Durazzo cosa vedere: i principali luoghi da visitare a Durazzo!
Famosa sin dall’antichità per la sua vita culturale attiva, Durazzo, dietro l’immagine della classica località balneare della porta accanto, custodisce tracce significative della cultura illirica, ellenica e romana, nonché costruzioni ed opere risalenti all’epoca bizantina.
Muoversi in città è molto semplice: i due centri nevralgici sono rruga Taulantia, la strada parallela al nuovo lungomare, e la Piazza del Municipio, Sheshi Liria, da dove partono le vie principali del centro storico di Durazzo. Fatta eccezione per una parte di Shetitorja, la lunga via pedonale che guarda verso il mare, tutte le attrazioni di cui vi parleremo, si trovano nella zona vecchia della città, ovvero nella parte a nord di Durazzo (lato destro del porto guardando il mare, per intenderci).
La nostra guida su cosa vedere a Durazzo, segue un percorso ben definito: potete decidere di seguirlo e visitare i punti di interesse nell’ordine in cui ve li andremo a presentare, oppure improvvisare, ma una cosa è certa: nel corso del vostro viaggio culturale nella Taverna dell’Adriatico non mancherete nessuna delle attrazioni della città.
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Il luogo di maggior interesse storico e turistico di Durazzo sarebbe la Villa di Zog, il palazzo che il Presidente-Re degli albanesi si fece costruire sulla collina che sovrasta la città, con un’invidiabile vista sulla baia. L’edificio, progettato nel 1926 dall’architetto Kristo Sotiri, fu donato dalla comunità imprenditoriale di Durazzo al re, che amava utilizzarlo come residenza estiva.
La villa reale non solo gode di una posizione ottimale – ben tre lati dell’edificio sono direttamente affacciati sul mare -, ma ha anche una forma molto caratteristica, che ricorda in tutto e per tutto quella di un’aquila (simbolo indiscusso dell’Albania). Al di là della bellezza architettonica e dello sfarzo decorativo, la Villa di Zog si dimostra importante anche sotto il profilo strettamente politico, avendo rappresentato il simbolo della monarchia nella città.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la villa è passata nelle mani del governo albanese, che l’ha utilizzata per lo più come edificio governativo di accoglienza per le delegazioni straniere, finché la stessa non è stata gravemente danneggiata e saccheggiata durante i disordini del 1997. Restaurata dalla famiglia reale, la Villa di Zog ha oggi funzione militare, ed è inaccessibile al pubblico: un vero peccato, perché si tratterrebbe di una delle più significative testimonianze architettoniche di un periodo storico controverso.
Il nostro consiglio è di avventurarvi tra i sentieri della collinetta che ospita la villa, con scarpe comode perché tutto sommato il percorso, se pur piacevole, non è poi così semplice, e di perdervi, una volta arrivati a destinazione davanti a questo gigantesco edificio, che mostra un fascino unico e misterioso; ma soprattutto godetevi la camminata, tra l’aria fresca del mare, l’odore dei pini che punteggiano il fianco della collina, ed i panorami della città da più punti di osservazione, uno spettacolo!
Scendendo verso il lungomare, in rruga Taulantia, si trova un altro dei gioielli di Durazzo, il Museo Archeologico, che ospita la più grande collezione archeologica dell’Albania, recentemente ristrutturato e ufficialmente riaperto al pubblico il 20 marzo 2015 dal Primo Ministro Edi Rama, dopo ben quattro anni consecutivi di chiusura.
Il museo consta di ambienti contigui orientati dalla preistoria, iniziando dai ritrovamenti effettuati sul territorio di Durazzo e strettamente circostante, datati 2000 a.C., proseguendo per l’epoca classica, ellenistica e romana; le foto però non seguono l’iter del percorso perché prevalentemente fatte a reperti interessanti che sono per la maggior parte di epoca romana.
Tra gli oggetti degni di nota vi segnaliamo in particolare i sarcofagi in pietra e le stele funerarie romane, oltre ad un significativo numero di busti in miniatura raffiguranti la dea Venere, che testimoniano chiaramente come la città fu un tempo un importante centro di culto dedicato alla dea. Ma anche l’area esterna si è rivelata molto piacevole ed interessante, perché consente di passeggiare tra giardini e portici dove sono conservate meravigliose statue in marmo di notevoli dimensioni.
Il Museo Archeologico di Durazzo è aperto dal martedì alla domenica, dalle 09.00 alle 16.00, ed il biglietto d’ingresso costa 300 lek. Il nostro consiglio è di visitare assolutamente questo luogo perché offre uno spaccato significativo della storia della città.
L‘ampio lungomare di Durazzo è senza dubbio una delle principali attrattive della città, dove non dovrete mancare di concedervi una bella passeggiata.
Soprattutto dopo il tramonto, i 17.744 m² del lungomare, che è diviso in due dal porto così come tutta la città, si animano di bancarelle, giostre e migliaia di persone (dai bambini agli anziani), che si rilassano e chiacchierano durante il xhiro serale. Hotel, caffè, ristoranti, discoteche e locali alla moda non mancano davvero in questa zona della città: non avrete che l’imbarazzo della scelta!
Lo skyline dei palazzi che incorniciano il viale sembra sovrastare la dinamica figura del monumento che chiude (o apre, dipende da dove si inizia la camminata) il lungomare: in tipico stile socialista, la statua ricorda il vano tentativo di resistenza all’invasione delle truppe dell’Italia fascista che qui sbarcarono il 7 aprile 1939.
Lasciato il lungomare, l’esplorazione della città non può che proseguire con un breve percorso a piedi tra le vie principali del centro storico, un tempo difeso dalle imponenti mura del Castello di Durazzo (Kalaja e Durrësit in albanese), di cui oggi non resta che una torre di fortificazione veneziana, qualche metro di cinta muraria, e tre porte d’ingresso alla città vecchia (due si affacciano sul mare, ed una sul lato sud-occidentale).
La roccaforte fu costruita intorno al V sec. d.C. per volontà dell’Imperatore bizantino Anastasio I, nativo di Dyrrachium (l’odierna Durazzo), con il precipuo fine di difendere la cittadella dalle orde barbariche, che in quegli anni minacciavano costantemente l’impero. Durazzo divenne così la città più fortificata della costa adriatica, con mura alte in alcuni tratti anche 12 m, e torri di guardia posizionate ogni 60 m circa del perimetro; le difese furono ulteriormente rinforzate prima dai Veneziani e poi dagli Ottomani.
Testimonianza del periodo in cui la città si trovava sotto il controllo della Serenissima, è la Rotunda, la Torre Veneziana di Durazzo del XV sec., che ha un diametro di 16 m ed un’altezza di poco superiore ai 9 m, un solo piano ed una rampa di scale che conduce fino al tetto merlato.
La trovate all’imbocco di rruga Anastas Durrsaku, accanto alla piazzola che ospita il monumento a Mujo Ulqinaku, un patriota e ufficiale della marina albanese, ucciso dai fascisti nel 1939, durante la storica resistenza di Durazzo all’invasione italiana dell’Albania.
A metà strada tra la torre veneziana e l’anfiteatro romano, in una traversa di rruga Xhamia, si trova il Museo Etnografico di Durazzo, o altrimenti detto Muzeu Aleksandër Moisiu. L’edificio museale è infatti la Casa Museo di Aleksandër Moisiu, un attore austriaco di madrelingua e origini albanesi, tra i più noti dell’area di lingua tedesca nei primi anni del XX sec..
Le prime due sale celebrano la carriera attoriale di Moisiu con poster di film, foto ed altri interessanti oggetti e documenti di scena, mentre al piano superiore è stato allestito il vero e proprio museo etnografico: la collezione comprende costumi tradizionali, e manufatti dell’artigianato più caratteristico e simbolico dell’Albania centrale.
Una piccola menzione la merita infine anche la casa in sé, una abitazione tipica della Durazzo del XIX sec., che ha conservato intatte tutte le caratteristiche architettoniche originali. Il prezzo del biglietto d’ingresso è di soli 100 lek.
A due passi dal museo etnografico, in rruga Xhamia, quasi invisibile se non per il suo minareto che svetta sugli altri edifici, si nasconde un vero e proprio gioiello di arte e architettura: la Moschea Fatih (Xhamia e Fatihut in albanese).
Costruita nel 1502 sulle rovine di un’antica basilica medievale, la Piccola Moschea di Durazzo (o Vecchia Moschea di Durazzo) è il primo edificio eretto subito dopo l’invasione ottomana dell’Albania, e prende il nome dal sultano turco ottomano Mehmet II il Conquistatore (Mehmet Fatihu). Nel 1973 venne chiusa al culto dei fedeli e inserita nella lista dei cosiddetti monumenti culturali.
La moschea perciò non subì alcun danno dalla politica pro ateismo di Enver Hoxha, arrivando ai nostri giorni in un ottimo stato di conservazione; l’affascinante edificio è caratterizzata da una struttura semplice e minimale – non sono presenti particolari orpelli architettonici -, la pianta è di forma rettangolare ed il tetto è a quattro spioventi. Solo il minareto non è originale: pare infatti sia stato ricostruito dopo la caduta del regime.
Di epoca romana è la più importante testimonianza archeologica visitabile in città: l’Anfiteatro di Durazzo. Si tratta della più grande struttura di questo tipo in tutti i Balcani, e fu realizzato nel II sec. d.C., durante il regno dell’Imperatore Traiano, per ospitare circa 20.000 spettatori.
La cavea presenta una forma ellittica di ben 20 m di altezza e quasi 136 di diametro, con gradinate originariamente ricoperte di piastrelle bianche; la parte occidentale dell’emiciclo poggia su di una zona collinare, mentre quella opposta si trova accomodata su di un terreno pianeggiante.
Una volta all’interno potrete ammirare l’intricato sistema di scale e gallerie che ne facevano parte, oltre che soffermarvi sulla splendida cappella paleocristiana con affreschi, costruita nella seconda metà del IV sec., e poi abbellita da affascinanti mosaici nell’XI sec. d.C..
Scoperto nel 1966, l’anfiteatro romano è stato ignorato per anni dall’amministrazione locale, tanto da cadere in condizioni di quasi degrado negli anni passati, ma gli interventi di restauro cominciati nel 2004 dall’Università di Parma, lo hanno completamente rimesso a nuovo e reso un’attrazione turistica di grande interesse. Sembra inoltre che finora sia stata portata alla luce soltanto metà dell’intera struttura!
L’Anfiteatro di Durazzo è perfettamente collocato nel centro città ed è raggiungibile in pochi minuti, risalendo rruga Anastas Durrsaku dal lungomare; costo biglietto d’ingresso 300 lek.
Uscendo dal lato opposto rispetto a quello dal quale siete entrati, potete concludere la passeggiata percorrendo l’ultimo tratto di boulevard Epidamn e arrivando sulla principale piazza della città, Piazza Liria, su cui si affacciano il municipio, la moschea e il teatro.
La Grande Moschea di Durazzo (Xhamia e Madhe in albanese) – anche detta Nuova Moschea (Xhamia e Re) per distinguerla dalla Moschea Fatih – è un mastodontico edificio di costruzione recente, che si distingue nel panorama urbano per la sua architettura nei toni del giallo e dell’arancione, e per la sua enorme cupola, visibile da molti punti della città.
Costruita negli anni ’30 sulle ceneri di un’antica moschea ottomana nella sua prima versione ebbe vita breve: chiusa nel ’67 dalla furia ateista del regime, fu trasformata in uno spazio per la gioventù, mentre il minareto venne abbattuto. La struttura deve dunque l’aspetto attuale a interventi successivi, eseguiti negli anni ’90.
Come accade in molte altre moschee, dovrete limitarvi a sbirciarla dall’esterno e goderne l’architettura e le forme, dato che gli interni sono spesso spogli (salvo nelle moschee storiche) e generalmente riservati ai soli fedeli.
Alla sinistra della Grande Moschea di Durazzo, davanti al municipio, noterete un bel palazzo di stampo socialista: il Teatro Aleksandër Moisiu, uno dei teatri più conosciuti ed apprezzati di tutta l’Albania per le sue magnifiche rappresentazioni. Venne inaugurato l’11 gennaio 1953, con lo spettacolo “La ragazza del villaggio”, commedia della scrittrice Fatmir Gjata.
Durante i lavori di costruzione del teatro, vennero scoperti i resti di antiche terme romane, sicché la parte posteriore dell’edificio fu appositamente costruita su pilastri che potessero preservare al meglio il sito archeologico; restaurate nel 2015, le Terme Romane di Durazzo sono state aperte ufficialmente al pubblico, e sono oggi visitabili (a patto di avere la fortuna di trovare il cancello aperto ed il custode presente!).
Le terme risalgono all’incirca al I sec. d.C. e mostrano chiaramente la presenza di un calidarium (l’area destinata all’acqua calda ed ai bagni di vapore), di un apodyterium (spogliatoio), di un tepidarium e di un frigidarium: un edificio termale in piena regola, con tanto di piscina totalmente coperta di tessere di colore bianco e nero a formare una bella decorazione a scacchiera. Sembra Terme romane di Durazzo fossero servite da un acquedotto di età adrianea, che prendeva l’acqua direttamente dal fiume Erzen, a circa 20 km di distanza dalla struttura.
Subito dietro il Teatro Aleksandër Moisiu invece, si trova il Foro Bizantino di Durazzo, una piazza circolare del VI sec. d.C., pavimentata con piccole lastre di marmo e circondata da colonne con capitelli corinzi. Sebbene lo stato di incuria con cui il sito è conservato e presentato, non gli renda la giustizia che merita, il nostro consiglio è quello di dedicargli una breve visita, perché resta comunque un pezzo di storia della città.
Grazie alla nostra guida su cosa vedere a Durazzo, sempre aggiornata e totalmente gratuita, da consultare prima della partenza e una volta arrivati sul luogo, sarete in grado di visitare al meglio il centro storico, senza perdervi nessuna delle attrazioni presenti.
Se invece preferite essere accompagnati da una guida nella visita di Durazzo, date un’occhiata ai tour organizzati da Viator e GetYourGuide, due portali che propongono viaggi e gite su misura in collaborazione con agenzie turistiche locali.
Il nostro consiglio è di provarli entrambi, perché le proposte sono spesso differenti e la comparazione permette talvolta un risparmio notevole.
Grazie Lorena per la risposta e scusa il ritardo nel ringraziarti! Purtroppo ho visto solamente ora le risposte! Grazie ai tuoi consigli sono riuscita a localizzarla su Google Maps! Non vediamo l’ora che arrivi il momento di partire! ;-)
Ciao Selene! Sono contenta che i miei consigli ti siano tornati utili.
Non esitare a contattarci per qualsiasi cosa.
Aspettiamo di conoscere le tue impressioni sull’Albania…buona vacanza!
Grazie anche di questo post! Stiamo organizzando una vacanza in Albania per questa estate! Avete qualche info in più sul monastero di San Biagio (shen vlash)? Non riesco a trovare nulla, neanche su come raggiungerlo!
Ciao Selene! Grazie per il tuo commento. Siamo contenti di sapere che stai organizzando una vacanza in Albania e speriamo che il nostro sito ti sia utile! Facci sapere se ti serve qualche altra indicazione.
Devi sapere che Shen Vlashi (San Biagio) è stato un medico ed un vescovo cattolico, nato in Asia Minore e vissuto ai tempi dell’Imperatore Licinio, fra il III ed il IV secolo D.C. Per la sua fede venne imprigionato dai Romani e condannato a morte nel 316 D.C. È venerato come santo dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Ortodossa, e a lui sono state attribuite nel tempo molte guarigioni miracolose.
Secondo una leggenda albanese, il santo fu martirizzato proprio nella collina dove oggi sorge il Monastero a lui dedicato, legato alla colonna di un antico tempio pagano. Qui nel 1912 venne eretta dagli abitanti di Durazzo una prima Chiesa di Shen Vlashi, che per molti anni fu un’importantissima meta di pellegrinaggio. Distrutta nel 1967 ad opera del regime comunista, sui resti di questa vecchia Chiesa venne costruito fra il 1996 ed il 2001 il Monastero Ortodosso che possiamo ammirare oggi.
Si tratta di un luogo incantevole, dove si respira un’atmosfera mistica e si gode di un panorama molto suggestivo. Fra le altre cose il Monastero ospita l’Accademia Teologica Resurrezione di Cristo e gli ambienti della Casa Famiglia La speranza, per rappresentare il forte legame del Santo con lo studio ed il suo amore verso i bambini e la cura del loro spirito.
Il Monastero è molto vicino alla città di Durazzo e raggiungibile in una decina di minuti di automobile. Dal porto procedi in direzione nord e prendi l’autostrada Durazzo – Tirana (SH2) per circa tre km, poi svolta a sinistra su una strada chiamata Rruga Vath Turja che dopo un paio di km ti porterà direttamente alla tua destinazione.