Scutari cosa vedere: i luoghi più suggestivi da visitare a Scutari!
Scutari, da sempre considerata la capitale culturale dell’Albania, deriva il suo nome da Sco’ Drinon, che tradotto significa “luogo dove passa il Fiume Drin”. Venne fondata attorno al V-IV secolo a.C., e sotto il regno di Re Gentius assunse per la prima volta il ruolo di capitale dell’Illirico, nel 181 a.C..
Prima di iniziare a leggere la nostra guida su cosa vedere a Scutari, sappiate che in questo articolo non troverete alcun riferimento al Castello di Rozafa. La fortezza infatti non si trova in città, ma su una collina alle porte di Scutari; perciò, visto anche l’alto valore storico e architettonico del castello, abbiamo pensato fosse meglio optare per una trattazione separata ed autonoma di questo monumento, che troverete invece descritto minuziosamente nell’articolo dedicato proprio al Castello di Rozafa.
La via ideale per iniziare l’esplorazione del centro di Scutari è la pedonale rruga Kol Idromeno, che attraversa l’intero centro storico ed è stata recentemente riqualificata. Questa strada, con le casette a due piani color pastello, le botteghe, i caffè ed i ristoranti è davvero pittoresca, nonché il luogo dove si può respirare meglio l’atmosfera della Scutari dell’Ottocento.
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Imboccando la via da piazza Madre Teresa (sheshi Nënë Tereza) potrete apprezzare una delle peculiarità del centro storico di Scutari: la compresenza di edifici di culto di diverse religioni e confessioni, i cui campanili e minareti si richiamano l’un l’altro in un interessante gioco di prospettive e sovrapposizioni.
La Grande Moschea, la Cattedrale ortodossa e la Chiesa cattolica francescana sono racchiuse in poche centinaia di metri, a testimonianza della lunga e vivace storia interreligiosa della città.
La Grande Moschea (in albanese Xhamia e madhe), o Moschea Ebu Bekër, dal nome del miglior amico e primo discepolo di Maometto, è stata costruita nel 1994 sui resti dell’antica moschea settecentesca di Fushë Çela, distrutta negli anni ’60 durante il periodo di persecuzione ateista ad opera del regime di Enver Hoxha. Moschea moderna, caratterizzata da linee semplici ma non esente da una solenne monumentalità, è fiancheggiata da due snelli minareti di 41 m; all’interno suggestiva la grande cupola bianca con decorazioni azzurre. Intorno un piccolo giardino e una piscina per la tradizionale lavanda dei piedi.
A due passi dalla Grande Moschea si trova la Cattedrale ortodossa della Natività di Gesù (Katedralja e Lindjës së Krishtit), che sorge sulle ceneri di un’antica chiesa di legno, e la cui costruzione è stata ultimata nel 2000.
Interamente costruita in pietra, la cattedrale ortodossa presenta una grande navata con varie cupole, e una torre campanaria separata dal corpo principale; l’edificio è completamente recintato per motivi di sicurezza.
Distante poche centinaia di metri dalla Grande Moschea e dalla Cattedrale ortodossa, è la Chiesa cattolica francescana che i credenti cattolici di Scutari chiamano comunemente “Kisha e Fretënve“ ovverosia la Cappella dei Frati.
Se pur quasi completamente ricostruita dopo gli anni ’90, la chiesa ha conservato tutte le sue peculiari caratteristiche architettoniche, tipiche degli edifici religiosi cattolici di Scutari del XIX sec.. Deve la sua fama a livello nazionale al fatto di ospitare le tombe di padre Gjergj Fishta e dell’eroe albanese Dedë Gjo Luli, due personaggi tra i più importanti della storia albanese della prima metà del XX sec..
Leggermente più lontane rispetto agli altri edifici di culto che abbiamo ricordato, sono l’imponente Cattedrale cattolica di Scutari, eretta nel 1898 e dedicata a Santo Stefano protomartire, e la Moschea Parrucë, dal nome del quartiere circostante, o altrimenti nota come la Moschea di El Zamil.
Durante le campagne antireligiose fatte dalla dittatura comunista, la cattedrale fu sconsacrata e trasformata in un impianto sportivo al coperto, ed i suoi interni vennero in parte danneggiati, ad eccezione del soffitto in legno intagliato rimasto fortunatamente intatto.
La moschea invece, fatta brillare dal regime il 23 marzo 1967, è stata ricostruita nel 2006 nello stesso luogo in cui una volta si trovava la vecchia moschea, con i fondi di Haxhi Sait Jakup Fishta, e consacrata l’anno successivo. È stata mantenuta la stessa struttura e la stessa facciata della vecchia moschea, perciò quella che potete vedere adesso è una copia quasi identica della precedente.
Giunti al termine di rruga Kol Idromeno potete svoltare a destra su rruga G’juhadol, anch’essa completamente riqualificata, e poi ancora a destra in rruga Gjergj Fishta, tornando così al punto di partenza.
Lasciando alle vostre spalle il Gran Caffè (Kafia e Madhe), storico locale dove si riunivano gli intellettuali di Rilindja all’inizio del Novecento, potete dirigervi a questo punto verso il Teatro Migjeni, una vera e propria istituzione culturale di Scutari, che ricorda il grande poeta Migjeni, nato a Scutari nel 1911, e tragicamente scomparso a soli 26 anni a Torre Pellice, in Italia, dove si era recato in cerca di cure. Potete vedere il suo busto a destra dell’edificio.
Il Teatro Migjeni, i cui lavori iniziarono nel 1955, presenta una pesante facciata neoclassica, intrecciata con le tipiche caratteristiche architettoniche dell’era sovietica, e può ospitare fino 560 spettatori; se durante la vostra visita a Scutari fosse in scena uno spettacolo teatrale, vi suggeriamo di non perdere l’occasione di assistervi!
Una costruzione davvero singolare è la casatorre con orologio inglese, un anomalo fortilizio comunemente chiamato Orologio inglese.
Venne costruito da Lord Paget alla fine del XIX sec. sulle macerie della casa dei Domnori: recatosi in Albania per diffondere il protestantesimo, Lord Paget volle costruire qualcosa in stile medievale, che richiamasse il passato dell’Albania.
La casa ha ospitato il Museo storico di Scutari fino al 1990, anno in cui venne trasferito negli ambienti della Casa di Oso Kuka; la torre invece (Kulla e Inglizit in albanese), fino a 40 anni fa, era caratterizzata dalla presenza di un orologio, che durante il comunismo venne rimosso da lì ed inserito nella torre dell’orologio del Castello di Gjirokastra, la città natale di Enver Hoxha.
Potete infine concludere la vostra passeggiata svoltando a sinistra del teatro in rruga Gjylbegaj e raggiungendo il Museo Storico di Scutari (Muzeu Historik e Shkodrës), che, come detto poc’anzi, è collocato nella magnifica casa di Oso Kuka, patriota scutarino della seconda metà del XIX sec..
Oso Kuka fu un leggendario capitano della guardia di frontiera albanese che nel 1862, dopo un lungo assedio dei montenegrini al Forte di Vranjina, ormai circondato dai nemici e braccato in una torre senza possibilità di fuga, invece di arrendersi, si fece saltare in aria insieme ai suoi uomini, uccidendo così molti soldati montenegrini.
Anche se l’aspetto più interessante della collezione è forse rappresentato proprio dall’edificio in sé, uno straordinario esempio di architettura tradizionale dell’Albania settentrionale, il museo ha ben altro da offrire ai suoi visitatori: un padiglione di archeologia, suddiviso in una mostra di reperti ed una di quadri, al pian terreno, ed un padiglione di etnografia, con costumi tipici albanesi, al primo piano.
Il Museo Storico di Scutari è aperto dal martedì al sabato, dalle 8.00 alle 15.30; chiuso domenica e lunedì. Il biglietto d’ingresso costa 150 lek, ed è compresa l’audioguida in lingua inglese.
La vostra visita di Scutari non può che culminare con la più straordinaria attrazione cittadina: il Museo Nazionale della Fotografia Marubi (Muzeu Kombëtar i Fotografisë Marubi in albanese).
Questo museo, situato nella centralissima rruga Kol Idromeno, custodisce un vero tesoro culturale, importante non solo per Scutari e l’Albania, ma rilevante anche a livello europeo. Perciò, non abbiate dubbi ed inserito assolutamente tra le cose da vedere a Scutari!
La collezione, di alto valore etnografico e artistico, presenta le fotografie scattate in oltre un secolo di attività dalla famiglia Marubi, la dinastia di fotografi italo-albanesi che tra metà Ottocento e metà Novecento lavorò in città: una galleria di volti, personaggi, costumi, paesaggi, scene di vita quotidiana e momenti storici immortalati e consegnati alla storia, che aspetta solo di essere ammirata.
All’interno del Museo Marubi è stata allestita anche un’area multimediale a disposizione di coloro che desiderano conoscere l’identità culturale e storica albanese, e immergersi completamente nel mondo ormai scomparso dell’Albania di quel tempo; costo biglietto d’ingresso 700 lek, orari 9.00-14.00 e 16.00-19.00.
Grazie alla nostra guida su cosa vedere a Scutari, sempre aggiornata e totalmente gratuita, da consultare prima della partenza e una volta arrivati sul luogo, sarete in grado di visitare al meglio il centro storico, senza perdervi nessuna delle attrazioni presenti.
Se invece preferite essere accompagnati da una guida nella visita di Scutari, date un’occhiata ai tour organizzati da Viator e GetYourGuide, due portali che propongono viaggi e gite su misura in collaborazione con agenzie turistiche locali.
Il nostro consiglio è di provarli entrambi, perché le proposte sono spesso differenti e la comparazione permette talvolta un risparmio notevole.
Caro Francesco, non vorrei continuare a dover rispondere ahimé negativamente, ma non puoi far pagare un biglietto (caro) per non far vedere qualcosa che può essere prezioso quanto vuoi, solo perché dici di averlo. Su questo parametro i Musei Vaticani dovrebbero costare 500 € a persona (e non so se bastino) per quello che mostrano e quello che hanno negli archivi e nei magazzini.
700 lek per gli standard albanesi sono ingiustificati per poche foto, disposte pure male… Il museo nazionale, che ha ben più reperti, costa 150 lek… (Sottolineo, che non mi riferisco alla quanitità assoluta dei soldi, che vanno parametrati alla nazione, e non confrontati con i prezzi europei). Ciò che mi ha più infastidito è stata la bigliettaia che mi ha detto qualcosa tipo che mi sarei accorto che il prezzo del biglietto era giustificato!!!!!
Grazie dell’attenzione
Andrea
Buondì Francesco, sono stato domenica al museo e le poche foto che ho potuto vedere erano in una stanza di neanche 100mq, mal disposte e con soggetti costanti, con pochissime foto storiche che mostrino la storia dell’Albania. Probabilmente il resto delle immagini sono nell’archivio che non è visitabile… L’unica altra stanza aveva qualche foto a colori di autori moderni… E’ Patrimonio Unesco l’archivio, non penso il museo.
Certo Andrea, è l’archivio ad essere patrimonio Unesco, ma lo stesso è contenuto nel museo, a cui sicuramente contribuisce ad aggiungere valore. Nonostante questa attrazione ti abbia deluso, mi auguro che tu abbia comunque vissuto qualche bella esperienza in Albania, che se ti va può condividere con noi.
Un saluto!
Al museo Marubi vi sono solo una sessantina di foto e qualche vecchia attrezzatura fotografica, quindi praticamente nulla rispetto all’archivio che si narra. Il prezzo è esagerato per una esposizione del genere.
Ciao Andrea!
Mi dispiace che il Museo Marubi non ti sia piaciuto. Pur rispettando la tua opinione, devo dissentire da quel che dici: il Muzeu Marubi è uno dei principali musei di fotografia dei Balcani, con un’aerea di più di 1100,00 m² ed una collezione di oltre 100.000 immagini. Tra l’altro nel museo è conservato l’archivio fotografico Marubi, che rappresenta un unicum in Europa per qualità e importanza dal punto di vista documentario, tanto da essere stato riconosciuto patrimonio UNESCO.
Un saluto.