Cultura albanese: usi e costumi nella società albanese!
La cultura albanese ha dato all’Europa un contributo più rilevante di quanto si pensi. Nonostante le modeste dimensioni del suo territorio infatti, l’Albania vanta parchi archeologici, collezioni di arte bizantina, città storiche, ma anche teatri di musica lirica, opere letterarie e gallerie di arte moderna.
Nei costumi tradizionali le tracce più evidenti le hanno forse lasciate gli Ottomani, ma è il mix di Est e Ovest, amalgamato all’anima mediterranea e agli storici rapporti con l’Italia, a definire l’unicità del Paese e del suo popolo.
Selvaggia e pura, l’Albania è una terra di mezzo tra Oriente e Occidente, tra bazar e templi greci, con usi ancestrali e una lingua unica e antica imparentata con nessun’altra.
Per conoscere la cultura albanese potete visitare i musei etnografici e il bel Museo Marubi di Scutari, che con le sue foto d’epoca vi aprirà una finestra su un passato recente che pare però arrivare dalla notte dei tempi.
Usi e costumi tradizionali sopravvivono nel nord del Paese, con sacche di territorio in cui ancora si osserva il Kanun, l’antica legge consuetudinaria che regolava i rapporti sociali, i matrimoni e gli scambi economici nella comunità.
In Europa questo codice è noto soprattutto perché sancisce la vendetta di sangue, ma anche l’ospitalità è un principio fondante del Kanun e resta uno dei tratti caratteristici della cultura albanese. Perciò, lungi dall’essere coinvolti in faide familiari, i viaggiatori riceveranno una calda accoglienza ovunque, ivi compresi i villaggi più isolati.
Il sud dell’Albania conserva un ricco patrimonio di musiche e danze popolari, al centro di festival scenografici, e una rinomata cultura gastronomica, celebrata nelle sagre di Korçë e Përmet. Equamente distribuita nel Paese è la grappa, la cui produzione casalinga è una usanza familiare.
Un’abitudine che accomuna le grandi città agli sperduti paeselli dell’entroterra è il xhiro, che si pronuncia esattamente come il termine italiano di cui è il calco: il giro. Nelle città della costa è poco più di una passeggiata serale, ma nell’entroterra continua a essere una attività sociale, quasi un rituale che esprime il desiderio di vedere e al contempo di essere visti.
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