Gjirokastra: una città di pietra sospesa nel tempo!
Gjirokastra, conosciuta in italiano anche con il nome di origine greca di Argirocastro e con il nome albanese di Gjirokastër è unica in Albania e in tutti i Balcani. Tutelata dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’umanità, conserva centinaia di splendidi esempi di abitazioni ottomane, tuttora abitate.
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Le più antiche tracce archeologiche rinvenute nell’area di Gjirokastra testimoniano di un primitivo insediamento nel I sec. d.C., ma è probabile che nella zona, che orbitava nella sfera del Regno dell’Epiro, esistessero già in precedenza altri centri abitati. È il caso, per esempio, della città di Antigonea, fondata da Pirro nel III sec. a.C., le cui rovine si trovano a circa 15 km da Gjirokastër.
Bisogna attendere il periodo bizantino perché il centro acquisisca una certa importanza sul piano commerciale: è in quest’epoca che prende nome di Argyropolis o Argyrokastron (il nome italiano, infatti, è Argirocastro), due voci greche che significano “città” o “castello d’argento” e fanno riferimento al fatto che quando piove i tetti e i selciati di pietra liscia luccicano come se la città fosse fatta di questo metallo prezioso.
Le fonti storiche tornano a parlare di Gjirokastër nel Medioevo, nel XII secolo, quando riportano la fondazione di una fortezza in cima alla collina dove oggi è arroccata la città. Nel XIV sec. troviamo Argirocastro inclusa nel despotato d’Epiro, mentre all’inizio del secolo successivo, nel 1417, è già caduta in possesso degli Ottomani.
Seguono 400 anni di dominio turco, fino a che nel 1811 Alì Pasha Tepelenë prende la città e ne fa uno dei centri della resistenza anti-turca, ruolo che si protrarrà a lungo e che determinerà anche la foggia massiccia e fortificata di molte delle abitazioni. Nel 1880 la città, simbolo della resistenza, ospita l’Assemblea di Gjirokastra, un momento chiave per il movimento di liberazione albanese.
La Grecia è vicina e nel 1912-13, durante la prima guerra balcanica, prova a rivendicare il possesso della città, non ottenendolo. Ma da quel momento, e fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, Gjirokastër vede alternarsi gli occupanti fascisti, greci e nazisti. Dopo la guerra, il regime comunista sviluppa qui un polo industriale e commerciale, ma tutela contemporaneamente il centro storico, creando un museo nella casa natale di Enver Hoxha.
Raggiungere Argirocastro da Saranda è molto semplice: basta seguire la statale che risale il corso del Fiume Bistrica, superare il Passo di Muzina e scendere nell’ampia Valle del Fiume Drin. Qui corre la strada veloce che da un lato collega l’Albania alla Grecia, e in particolare alla città di Joannina, e dall’altro conduce verso l’Albania centrale passando appunto per Gjirokastra.
Se volete spostarvi in pullman da Saranda, vi segnaliamo che sono previste 10 corse, fra le 5.00 e le 14.00, ogni ora; la durata del percorso è di un’ora e mezza ed il biglietto costa 300 lek. Da Tirana (Terminali i Autobusëve të Jugut e Veriut, in rruga Kastriotet) invece il viaggio è ovviamente più lungo (4-5 ore); cinque le partenze fra le 5.00 e 12.00.
Dormire a Gjirokastër non è certo un problema, e le soluzioni sono tante: ci sono ostelli e alberghi tradizionali, ma vi consigliamo di dormire in una delle case tradizionali, che grazie alla riconversione a uso turistico hanno potuto essere restaurate.
Il Kodra Hotel è un’istituzione ormai da lunga data ed è in una posizione perfetta per ammirare la valle e il paese. Le camere sono moderne e ben climatizzate, e la terrazza dove mangiare nell’apprezzato ristorante di cucina tradizionale è a dir poco splendida.
Come spesso accade nei luoghi turistici, ad Argirocastro si può mangiare un po’ dappertutto, anche se a livelli di qualità altalenanti. Ancora autentica è la cucina della storica Trattoria Kurveleshi, proprio nel centro del bazar, meta prediletta anche dai lavoratori della zona. Propone per lo più piatti tradizionali, come zuppe di trippe e cervella, oppure più semplici polpette di riso o carne.
La città vi lascerà a bocca aperta per le minacciose case-fortezza, ognuna un piccolo quartier generale per difendere l’orgogliosa combattività dei suoi abitanti, storicamente ribelli, dalle quali deriva l’unicità di Gjirokastër.
Tra le sue attrattive si annoverano anche il grande castello, ricco di leggende e famigerato per le sue carceri, dal quale lo sguardo spazia sull’ampia e fertile Valle del Drin, e il bazar che, sebbene turistico, è ancora il centro della vita cittadina.
Argirocastro è anche la città dell’arte popolare, della letteratura e della cultura tradizionale albanese, che vengono celebrate durante il Festival Nazionale del Folklore, ospitato all’interno del forte ogni quattro anni, e a cui sono ammesse a partecipare le rappresentanze di ognuno dei ventisei distretti che compongono il Paese.