Kanun: le basi morali e giuridiche nell’antica società albanese!
Il Kanun è il fondamento giuridico e morale del mondo albanese antico, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Il nome deriva dal greco kanon, ovvero “regola”, e testimonia l’influenza bizantina sulla regione.
Tramandato oralmente nei secoli, ottenne una una vera codificazione solo nel XV sec., quando Lek Dukagjini raccolse questo insieme di norme in un corpus coerente che divenne la legge fondamentale dell’Albania del Nord. Ma sarà necessario aspettare i primi del ‘900 perché il Kanun sia messo per iscritto. L’iniziativa fu di un francescano originario del Kosovo, padre Shtjefën Konstantin Gjeçov, che lo redasse in ghego, il dialetto nordico.
Il Kanun indicava il modello familiare albanese, stabiliva i vincoli di parentela riconosciuti, precisava come dividere la proprietà, definiva come sposarsi e fissava il passaggio all’età adulta, regolando così tutti gli aspetti della vita.
Uno dei suoi fondamenti era l’istituto della gjakmarrja (prendere il sangue), ovvero il dovere di vendicare l’uccisione dei consanguinei, colpendo l’assassino o i suoi parenti maschi fino al terzo grado di parentela, purché atti alle armi.
Oltre agli ecclesiastici, ad essere escluse da queste faide, erano le donne, alle quali si doveva un rispetto assoluto, che potevano perciò viaggiare sole e disarmate anche a più giornate di distanza dal loro villaggio.
Lavare l’offesa col sangue era un dovere e disattenderlo comportava la perdita dell’onore, l’isolamento dalla comunità e il disprezzo della famiglia stessa, che praticava riti simbolici come quello del caffè: al codardo sarebbe stato servito per terra e non a tavola con gli altri.
La vendetta, però, poteva essere sospesa per comune accordo in determinati tempi e luoghi, e il torto perdonato con una prassi precisa che andava certificata dalla comunità; in caso contrario la faida continuava e per sfuggirvi non si aveva che una scelta: autorecludersi nella kulla.
Perciò la visita alla Kulla di Theth o alle altre ancora esistenti, è un viaggio nella storia del Nord del Paese, che racconta di un’epoca governata dalle vendette di sangue e dai meccanismi adottati per sfuggire a morte certa.
Altre costumanze, che traggono fondamento dal Kanun, sono la besa, ovvero l’obbligo assunto per giuramento di proteggere o custodire una persona o un luogo e l’ospitalità.
Nessun popolo ha ancora oggi, almeno in Europa, più sacra l’ospitalità di quello albanese, dove la venuta di un ospite, specie se straniero, è considerata un grande privilegio.
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