Skanderbeg: quando un uomo diventa leggenda!
Venerato dai suoi soldati per il suo coraggio e per la sua generosità, Skanderbeg fu uno dei personaggi più influenti del XV sec., un Garibaldi del Medioevo potremmo dire.
La sua importanza storica fu ed è internazionale: a Roma si trova Piazza Albania, al cui centro è collocata una statua di Skanderbeg, ma anche altre piazze italiane sono state intitolate all’eroe dalle comunità arbëreshë del meridione.
L’epopea dell’Atleta di Cristo, definizione inventata da papa Callisto III, ebbe inizio nel 1444 a Lezhë: tutti i principi albanesi si riunirono insieme al rappresentante della Repubblica di Venezia, ugualmente in ansia per la penetrazione turca, nella cattedrale di San Nicola e scelsero Giorgio Castriota come leader della nazione albanese.
Il potere carismatico di un uomo, che pur essendo stato al servizio dello stesso Sultano della Sublime Porta, aveva scelto di abbandonare l’esercito ottomano per abbracciare la drammatica causa albanese, fu in grado di riunire per la prima volta le varie tribù contro il nemico comune.
Furente per il tradimento subito, Maometto II reagì inviando contro il suo ex-protetto una potente armata, ma nessun tentativo ebbe la meglio sulle truppe di Skanderbeg.
E così la fama di abile condottiero cresceva anno dopo anno, vittoria dopo vittoria, anche per il fatto che il suo imbattibile esercito era composto di poche e male armate unità, fino a che il Sultano fu costretto a chiedere la pace; l’eroe non indietreggiò ed anzi rifiutò ogni tipo di accordo, spingendo persino il doge di Venezia, che lo aveva inizialmente sostenuto, a farsi da mediatore e inviare ambasciatori, onde evitare ricadute sui suoi affari con i turchi.
Quando morì di malaria nel 1468, la resistenza albanese finì, ma non prima di aver inflitto agli ottomani perdite pesantissime e impensierito seriamente i sultani riguardo alle sorti del loro dominio sui Balcani.
Le gesta di Skanderbeg, nella lunga lotta europea fra cristianesimo e islam, furono suggellate dai versi del poeta ottocentesco Naim Frashëri e coltivate durante il periodo socialista. Oggi il suo mito è posto alla base sia del nazionalismo albanese che dell’immagine turistica che il Paese vuole dare ai visitatori.
Oltre alla statua equestre nella piazza a lui dedicata nel cuore di Tirana, altri importanti monumenti dedicati al condottiero si trovano a Skopje e a Prishtina, a indicare la significativa presenza di popolazione albanese in Macedonia e Kosovo.
L’immagine di Skanderbeg si è inoltre diffusa in tutto il Paese, conquistando le insegne di hotel, ristoranti, pompe di benzina, e venendo riprodotta su ogni tipo di souvenir. Da Kolonat, la catena di fast food che a Tirana da sempre sostituisce McDonald’s, si può persino gustare uno Skanderburger!
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